L’AQUILA – “La tecnologia 5G che è in fase di sperimentazione anche all’Aquila, rappresenta un cambiamento epocale su scala globale che toccherà la vita di tutti, visto che tutti nel mondo saremo connessi senza fili, sì con enormi vantaggi, ma pure con enormi rischi per la salute. Ed è su quest’ultimo aspetto che purtroppo c’è pochissima informazione”.
Parole di Andrea Vornoli, 32 anni, pisano, ricercatore presso il Centro di Ricerca sul Cancro “Cesare Maltoni” dell’Istituto “Ramazzini” di Bologna che ha preso parte alla più grande ricerca sperimentale a livello mondiale sugli effetti nocivi prodotti dalle antenne della telefonia mobile.
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Lo ricerca, con a capo Fiorella Belpoggi, è stata pubblicata nei mesi scorsi ed ha portato alla luce risultati definiti “allarmanti”.
In attesa delle nuove linee guida sulla sicurezza per l’esposizione all’elettrosmog e mentre L’Aquila freme per una sperimentazione presentata in pompa magna recentemente soltanto per gli aspetti positivi.
Cinque sono le città italiane utilizzate per la sperimentazione del 5G: oltre all’Aquila, città in fase di ricostruzione post-sisma tra polveri e cantieri, e all’area metropolitana di Milano, sono state scelte Prato, Bari e Matera.
Vornoli ha lavorato presso il National Toxicology Program del National Institute of Health negli Stati Uniti d’America come postdoctoral research fellow, ed ha una laurea con lode in Scienze e Tecnologie Biomolecolari all’Università di Pisa, oltre a un Dottorato in Scienze Farmacologiche e Tossicologiche all’Università di Bologna.
Incentrata precisamente sull’impatto dell’esposizione umana ai livelli di radiazioni a radiofrequenza (Rfr) prodotti dalle antenne radio base della telefonia mobile, è stata finanziata dai soci e dalle socie dell’Istituto Ramazzini, da Arpa, Regione Emilia-Romagna, Fondazione Carisbo, Inail, Protezione elaborazioni industriali (Pei), Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, Children With Cancer (Uk), Environmental Health Trust (Usa).
E i risultati sono come già detto allarmanti, in un contesto, secondo il ricercatore, di “mancanza di informazione e di tutela della salute delle persone, ma anche di complicità dei governi in un mondo che ha alle spalle interessi a dir poco giganteschi”.
“Il nostro studio, che è indipendente, riporta un incremento significativo, nei ratti da laboratorio, di due tumori – spiega Vornoli AbruzzoWeb – tra l’altro molto particolari e rari: lo Schwannoma del cuore e il glioma cerebrale. Ebbene, gli stessi risultati sono stati trovati in uno studio anch’esso indipendente del National Toxicology Program. A seimila chilometri di distanza,”.
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“Un dato molto indicativo su questo aspetto – fa notare poi – è il fatto che questi tipi di tumori riscontrati nei ratti sono dello stesso tipo di quelli riscontrati nell’uomo che utilizzava molto spesso, verosimilmente per ragioni di lavoro, il telefonino.
E, oltretutto, gli stessi risultati trovati a seimila chilometri di distanza sono frutto di uno studio sui ratti con un’esposizione total body da telefonino, mentre il nostro su un’esposizione da antenna delle telecomunicazioni. Le nostre, quindi, erano molto inferiori”.
“Ormai si va verso l’esplosione di questa tecnologia non solo a terra, ma anche via satellite, in pratica saranno connessi anche gli angoli più remoti della Terra – aggiunge – ma i cambiamenti epocali cui faccio riferimento riguarderanno anche l’ambiente che ci circonda, oltre alla salute umana che comprende, ovviamente, quella dei bambini, per natura ad altissimo rischio di effetti nocivi”.
“Con il 5G saremo circondati di antenne e, in un futuro prossimo, satelliti – continua – in pratica un altro mondo, non solo un’altra frequenza, rispetto ad esempio al 4G. Saremo esposti al 5G ventiquattrore al giorno, 365 giorni all’anno”.
In genere, comunque, precisa ancora Vornoli, “gli effetti sugli umani, sugli animali e sull’ambiente sono documentati da più di diecimila studi pubblicati, studi tra l’altro peer review dunque totalmente attendibili”.
“Attenzione, dunque, perché i rischi ci sono e i risultati lo dimostrano – conclude – e occhio ai bambini, ai più piccoli che dormono con il cellulare acceso accanto. Diciamogli di spegnerlo, di utilizzarlo con l’auricolare, anche se, purtroppo, per quanto riguarda lo sviluppo a tappeto del 5G a tappeto potrebbe non essere sottoposto al nostro controllo”.
IN LIBRERIA IL LIBRO INCHIESTA DEL GIORNALISTA MARTUCCI
Intanto è uscito nelle librerie il libro-inchiesta del giornalista Maurizio Martucci, Manuale di autodifesa per elettrosensibili. Come sopravvivere all’elettrosmog di wi-fi, smartphone e antenne di telefonia. Mentre arrivano il 5G e il wi-fi dallo spazio!, pubblicato da Terra Nuova Edizioni.
“Se l’Organizzazione Mondiale della Sanità – le parole di Martucci al Fatto Quotidiano – dovesse rivalutare (al rialzo) la classificazione delle radiofrequenze, inserendole tra i “probabili” (Classe 2B) se non addirittura tra i “certi” (Classe 1) agenti cancerogeni per l’umanità, dall’oggi al domani crollerebbe l’intera impalcatura su cui sbrigativamente lobby dell’industria wireless e (spregiudicata) politica negazionista stanno costruendo il sogno digitale del 5G”.
I risultati dell’istituto bolognese e del National Toxicology Program la scorsa settimana sono stati bollati come ‘poco affidabili’ dall’Icnirp (International Commission on Non-Ionizing Radiation Protection, ndr), ma presto al vaglio dell’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro”, ha detto ancora Martucci.
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